venerdì 28 agosto 2009

100 giorni a Copenhagen per salvare il clima

Rieccoci con un altra battaglia, io sono un cyberattivista di green peace, e proprio oggi mi è arrivata questa email, aiutateci a farla girare.




Cari cyberattivisti,
inizia la parte più delicata del conto alla rovescia: tra cento giorni si terrà la Conferenza sul Clima di Copenhagen (7-18 dicembre). Come ben sapete si tratta di una occasione imperdibile – forse l’ultima – per prendere decisioni che aiutino a combattere i cambiamenti climatici, e a evitare almeno le peggiori conseguenze del riscaldamento globale.


Sono molti, troppi i segnali di stress del pianeta, come noi stessi non ci stanchiamo di documentare. In questo momento, mentre scrivo, una spedizione dell’Arctic Sunrise – una delle navi di Greenpeace – continua a esplorare il Mare Artico e la Groenlandia, per raccogliere ulteriori prove dello scioglimento delle masse glaciali artiche, e testimoniare l’impatto del riscaldamento del pianeta sulle popolazioni locali e su animali come l’orso bianco. Sul Monte Rosa, presso il ghiacciaio del Gorner, intanto, è stato creato un campo di protezione del clima, con lo scopo di mostrare la pericolosità dei cambiamenti climatici e la necessità di un’azione urgente. Gli attivisti di Greenpeace hanno aperto il più grande banner nella storia dell’Associazione: 5200 metri quadrati, quasi come un campo da calcio!!


Dati scientifici, foto e video dimostrano la gravità e l’urgenza della situazione collegata direttamente all’innalzamento della temperatura media globale. A tutto questo, però, i nostri politici non riescono a dare risposta adeguata. L’accordo raggiunto al G8 dell’Aquila, infatti, riconosce l’obiettivo indicato dagli scienziati di contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi (finora la crescita è di 0,7 gradi), ma non prevede alcun impegno concreto a ridurre le emissioni nel medio periodo (noi chiediamo il 40% entro il 2020). Inoltre, non specifica gli investimenti destinati ai Paesi in via di sviluppo per le fonti rinnovabili, per fermare la distruzione delle ultime foreste tropicali, e adattarsi agli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici.

Ma state certi che Greenpeace non demorde. Le grandi azioni dei giorni del G8 – con cinque centrali italiane occupate in contemporanea, e altro – sono solo l’inizio. Da qui a Copenhagen, assisterete a una mobilitazione sempre maggiore, in Italia e nel resto del mondo. E già nelle prossime ore diverse attività si svolgeranno in giro per il pianeta [controllate gli aggiornamenti sul sito o alla pagina: www.greenpeace.org/italy/copenhagen

Abbiamo ancora cento giorni. Continuate a seguirci in questa mobilitazione globale, per dare sostanza a quanto annunciato al G8: senza precisi impegni, l’obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media al di sotto dei 2 gradi sarà come scritto nella sabbia, e quindi impossibile da raggiungere.

Quasi mezzo milione di persone in tutto il mondo ha già firmato le petizioni che invitano a non sprecare l’occasione e a siglare un accordo post-Protocollo di Kyoto all’altezza della sfida. Se non lo hai già fatto aderisci alla nostra cyberazione: scrivi a Silvio Berlusconi e chiedigli di prendere finalmente sul serio la minaccia del riscaldamento globale, insieme ai maggiori leader mondiali.

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